Visione d’insieme
La DENU Realty Group (la “Società”) è un’impresa di investimenti immobiliari globale saldamente tenuta, fondata nel 1957 da Erasmo De Falco (il “Direttore immobiliare”) per fare investimenti in imprese e proprietà immobiliari principalmente nel Venezuela, nel Nordamerica e in Europa occidentale e centrale. La Società, che ha avuto e continuerà ad avere le attività di investimenti immobiliari di grandissimo successo di Erasmo De Falco, cresce per raggiungere maggiori rendimenti adeguati al rischio, individuando e strutturando creativamente investimenti che rispondano alle particolarissime condizioni di ogni mercato locale.
La consolidata strategia di investimenti immobiliari di Erasmo De Falco offre una struttura unica per raggiungere gli obiettivi d’investimento della Società.
La Società
Il Direttore immobiliare guida la Società negli investimenti in proprietà, in imprese immobiliari e nei servizi accessori al business dell’industria immobiliare. Gli investimenti della Società vengono fatti in modo selettivo e su scala globale. Le strutture d’investimento di solito comprendono proprietà, joint ventures, partecipazioni ipotecarie e investimenti in strumenti rappresentativi di capitale e di debito di imprese sia immobiliari sia di servizio tanto pubbliche quanto private. L’opportunità, la forma e la struttura dell’investimento nonché la natura della proprietà oggetto dell’investimento stesso varia a seconda dell’ambiente d’investimento immobiliare che predomina nei mercati regionali e locali e nelle economie in quel momento specifico. Nella maggior parte dei casi, la Società avvia una collaborazione o un altro tipo di joint venture con un socio operatore o con un team manageriale di grande esperienza nella gestione, commercializzazione, affitto o sviluppo della proprietà o del tipo di business nel quale la Società sta investendo.
Opportunità di mercato
Ci si attende che l’incalzante velocità alla quale cambiano gli scenari mondiali a livello economico, politico, demografico e tecnologico continui ad offrire straordinarie opportunità di investimenti nel settore immobiliare. Il Direttore immobiliare punta sull’anticipazione, il monitoraggio e l’analisi delle tendenze generali politiche, sociali, economiche e dei mercati di capitale nonché dei cicli del comparto immobiliare in particolari regioni geografiche per raggiungere gli obiettivi d’investimento della Società. Considera che oggi i mercati immobiliari sono trainati da quattro macro fattori: primo, lo spostamento demografico dei baby boomers dagli anni dei guadagni massimi alla fase di pensionamento ha inciso in modo generale sulle economie degli Stati Uniti, dell’Europa e dei Caraibi e dovrebbe cominciare a fare sentire la propria influenza sulla domanda di case per le ferie, per pensionati e di strutture legate alla salute. Secondo, la fondamentale trasformazione delle economie dell’Europa occidentale e centrale in una moneta unica nonché la convergenza di strutture economiche, politiche e normative hanno dato luogo a una piattaforma per una crescita economica sostenibile, una maggiore domanda di strutture moderne ed una evoluzione strutturale dell’industria europea. Terzo, è previsto che i progressi nel settore tecnologico e delle comunicazioni continuino a determinare nuovi usi e requisiti di spazio, a procurare nuovi inquilini, a creare nuovi posti di lavoro e a definire nuove aree per vivere e lavorare. Infine, la volatilità dei prezzi e la disponibilità di capitale come pure la crescente disparità fra i valori fondamentali dei mercati immobiliari e dei mercati di capitale dovrebbe continuare a creare occasioni nei mercati pubblici e privati, in tutti i settori immobiliari, negli Stati Uniti, in Europa e nei Caraibi.
Sebbene la globalizzazione economica in linee generali ha determinato una maggiore sincronia tra i mercati finanziari ed economici in tutto il mondo, persistono tuttavia profonde differenze tra i mercali immobiliari locali dovute alle variazioni di equilibrio fra l’offerta e la domanda. Di conseguenza, il Direttore immobiliare è dell’avviso che una strategia d’investimento immobiliare vincente comporti un approccio geograficamente variegato puntando su opportunità di mercato locale nel quadro delle tendenze socioeconomiche. La Società possiede quindi una posizione privilegiata per capitalizzare le odierne opportunità di mercato come pure per anticipare e valutare le nuove opportunità man mano che si presentano, grazie all’assodato record di investimenti riusciti di Erasmo De Falco basati su tendenze emergenti, alla sua competenza nelle ricerche di mercato, all‘impareggiabile flusso di affari immobiliari e la preponderante presenza del Global Real Estate Business.
La squadra manageriale
Abbinando la perizia di due professionisti immobiliari di spicco, Erasmo De Falco y Antonio De Falco, entrambi direttori della Società, si viene a creare una delle squadre manageriali di maggiore esperienza e conduzione dell’industria odierna, dando alla Società un significativo vantaggio concorrenziale. Erasmo e Antonio De Falco, che lavorano assieme da 24 anni, hanno saputo far leva con successo sulle competenze uniche e complementari di ognuno di loro per riuscire ad affermarsi come uno dei principali team del mercato immobiliare venezuelano. Erasmo De Falco ha fondato la DENU Realty Group in Venezuela oltre cinquantasette anni fa e da allora ha diretto le attività d’investimento immobiliare globale della società. Sotto la sua leadership, la DENU Realty Group si è rivelata come una delle principali imprese di investimenti immobiliari globali del Venezuela e come consulente dei partecipanti di maggior successo dell’industria. Dal 1991, per la DENU Realty Group, Antonio De Falco è stato a capo degli acquisti immobiliari con debito ipotecario in difficoltà nonché delle attività di investimento azionario e prestito mezzanino immobiliare. Insieme, Erasmo e Antonio De Falco offrono l’esperienza immobiliare, la conoscenza del mercato, le relazioni con l’industria e la dimostrata competenza negli investimenti, fondamentali per ottenere maggiori ritorni negli odierni mercati immobiliari. Oltre Erasmo e Antonio De Falco, è stato formato un gruppo di professionisti dedicati ed esperti del settore immobiliare per raggiungere gli obiettivi d’investimento della Società.
Erasmo De Falco
Erasmo De Falco
è il fondatore e presidente della DENU Realty Group. Dalla sua fondazione nel 1957, è stato fra l’altro il responsabile delle attività di investimento immobiliare globale. Nei 58 anni di carriera immobiliare, Erasmo De Falco ha partecipato in un ampio ventaglio di acquisti immobiliari, acquisti e transazioni di debito pubblico e privato e di finanziamento azionario. In tutto questo arco di tempo, ha guidato i rapporti della DENU Realty Group con le principali imprese e professionisti immobiliari del Venezuela e di tutto il mondo.
Erasmo De Falco è stato Presidente del Fondo Principal, Amministratore delegato del Banco Principal, Amministratore delegato di Inversora Principal, Amministratore delegato di Viajes Principal, Amministratore delegato di Bancor Financial Group, Direttore di Seguros Británica e ha agito in qualità di Amministratore delegato del Banco Galicia de Venezuela.
Ha concluso con successo lo sviluppo del Paseo los Próceres, Círculo Militar, Escuela Naval de Catia La Mar, l’istallazione completa del sistema di irrigazione del Parque Los Caobos a Caracas, Venezuela, e di 6000 case popolari, 275 case per famiglie ad alto reddito, 52 strutture residenziali per persone di reddito medio e 6 strutture ricettive, sempre nel Venezuela. È stato insignito dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana, conferita dal Presidente italiano Sandro Pertini nel maggio 1985; Ordine del Lavoro in Primo Grado, conferito dal Presidente del Venezuela, Carlos Andrés Pérez nel 1990; e Ordine Francisco de Miranda in Primo Grado, conferito dal Presidente del Venezuela, Carlos Andrés Pérez nel 1992.
defalcoe@denugroup.com
Antonio De Falco
Antonio De Falco, copresidente della DENU Realty Group, è parte della società da 24 anni.
Dal 1991 controlla gli acquisti con debiti ipotecari in difficoltà della società nonché le attività di investimento azionario e prestito mezzanino immobiliare.
Antonio De Falco è stato principalmente responsabile di investimenti immobiliari in debiti e azioni per oltre US$2 milioni come capitale, comprese transazioni azionarie e relative ad azioni per oltre US$1,5 milioni, compreso la Investment Performance con un valore di attività totale di oltre US$5 milioni. Nel settore del finanziamento mezzanino, Antonio De Falco ha generato oltre US$1,5 milioni in highly leveraged loans, compresi finanziamenti temporanei per far crescere alcune imprese immobiliari. Antonio De Falco ha una laurea della Universidad Santa Maria, Caracas – Venezuela e un Master di primo grado in Diritto bancario, corporativo e finanziario della Fordham Law School, New York, Stati Uniti.
Conversazione
Cosa differenzia i migliaia di anni di storia da quello che noi chiamiamo i tempi moderni? La risposta va ben al di là del progresso della scienza, la tecnologia, il capitalismo e la democrazia… Continua a leggere ››
Il rischio come lo vedo io
Cosa differenzia i migliaia di anni di storia da quello che noi chiamiamo i tempi moderni? La risposta va ben al di là del progresso della scienza, la tecnologia, il capitalismo e la democrazia.
Il lontano passato è impreziosito da brillanti scienziati, matematici, inventori, tecnologi e filosofi politici. Centinaia di anni prima della nascita di Cristo, i cieli erano già stati cartografati, la grande biblioteca di Alessandria costruita e la geometria euclidea elaborata. La domanda di innovazione tecnologia bellica era insaziabile allora come lo è adesso. Il carbone, il petrolio e il rame erano stati al servizio dell’uomo da millenni e i viaggi e le comunicazioni segnano gli inizi della civiltà documentata.
L’idea rivoluzionaria che definisce la frontiera fra i tempi moderni e il passato è la padronanza del rischio: la nozione che il futuro è più di un capriccio degli dei e che l’uomo non è passivo di fronte alla natura. Fino a quando l’uomo non scoprì il modo di attraversare quella frontiera, il futuro era soltanto lo specchio del passato o il fosco regno di oracoli e indovini che possedevano il monopolio della conoscenza degli eventi futuri.
La capacità di definire cosa potrà succedere in futuro e di scegliere fra le opzioni è al centro delle società contemporanee. La gestione del rischio ci guida attraverso una vasta gamma di possibili decisioni, da stanziare denaro a tutelare la salute pubblica, dall’intraprendere una guerra a pianificare una famiglia, da pagare i premi di assicurazione ad allacciarci la cintura di sicurezza, da piantare granturco a commercializzarne i fiocchi.
In passato, gli strumenti per la coltivazione, la manifattura, la gestione aziendale e la comunicazione erano semplici. Le avarie erano frequenti, ma le riparazioni non richiedevano l’ausilio dell’idraulico, dell’elettricista, dello scienziato informatico o dei ragionieri e dei consulenti finanziari. L’insuccesso in un’area raramente aveva delle ricadute su un atro settore. Oggi, gli strumenti che utilizziamo sono complessi e le avarie possono essere catastrofiche con conseguenze a lungo raggio. Dobbiamo permanentemente essere consapevoli della possibilità di guasti ed errori. Senza una padronanza della teoria della probabilità e di altri strumenti per la gestione del rischio, gli ingegneri non avrebbero mai potuto progettare i grandi ponti che collegano le sponde dei nostri più grandi fiumi, le case sarebbero ancora riscaldate da camini o stufette, non esisterebbero gli attrezzi elettrici, la poliomielite storpierebbe ancora i bambini, gli aerei non solcherebbero i cieli e i viaggi nello spazio sarebbero soltanto un sogno. Senza l’assicurazione in tutte le sue molteplici forme, la morte del sostegno di famiglia ridurrebbe le giovani famiglie a morire di fame o a chiedere l’elemosina, ad ancora più persone verrebbe negata l’assistenza sanitaria e soltanto i più ricchi si potrebbero permettere di possedere una casa. Se gli agricoltori non potessero vendere le colture a un prezzo stipulato prima della raccolta produrrebbero senz’altro molto meno.
Se non avessimo altri prodotti per l’investimento se non quelli legati ai mercati di capitale per permettere ai risparmiatori di diversificare i rischi, se gli investitori fossero limitati ad avere soltanto un’azione (come all’inizio del capitalismo), le grandi imprese innovative che definiscono il nostro tempo – società come Apple, Microsoft, Merck, DuPont, Alcoa, Boeing e McDonald’s – forse non sarebbero mai state create. La capacità di gestire il rischio e insieme l’appetito di assumere rischi e di fare scelte lungimiranti sono gli elementi cardini dell’energia che fa da motore al sistema economico.
Tutti gli strumenti che utilizziamo oggigiorno per la gestione del rischio e per l’analisi di decisioni e scelte, dalla rigida razionalità della teoria del gioco alle sfide della teoria del caos, sono il frutto dei fatti avvenuti fra il 1654 e il 1760, eccetto due soli avvenimenti:
Nel 1875, Francis Galton, un matematico amatoriale cugino primo di Charles Darwin, scoprì la regressione verso la media che spiega perché la superbia precede la caduta e perché le nubi tendono ad avere rivestimenti in argento. Ogniqualvolta prendiamo una decisione in base all’aspettativa che le cose torneranno ad essere “normali”, stiamo utilizzando la nozione di regressione verso la media.
Nel 1952, il premio Nobel Harry Markowitz, allora un giovane dottorando di ricerca delle operazioni all’Università di Chicago, dimostrò matematicamente perché mettere tutte le uova in un paniere è una strategia del rischio inaccettabile e perché la diversificazione è quanto di più vicino un investitore o un direttore commerciale potrà mai essere ad un pasto gratuito. Questa rivelazione ha innescato il movimento intellettuale che rivoluzionò Wall Street, le finanze corporative e le decisioni commerciali di tutto il mondo; i suoi effetti si sentono ancora.
La storia del rischio è segnata in lungo e in largo da una tensione persistente fra coloro che sostengono che le migliori decisioni si basano sulla quantificazione e sui numeri, determinati da modelli del passato, e coloro che basano le proprie decisioni su livelli più soggettivi di credenza nel futuro incerto. Questa è una controversia che non è mai stata risolta.
La questione si riduce alla visione che ognuno ha della misura in cui il passato determina il futuro. Non siamo in grado di quantificare il futuro, perché sconosciuto, ma abbiamo imparato ad usare i numeri per vagliare quanto avvenuto nel passato. Ma fino a che punto dobbiamo fidarci dei modelli del passato per sapere come sarà il futuro? E ciò che è più importante quando bisogna affrontare un rischio, i fatti sono come li vediamo o è la nostra credenza soggettiva ciò che si nasconde nel vuoto del tempo? La gestione del rischio è una scienza oppure un arte? Possiamo forse dire con certezza assoluta dov’è posta la linea che divide i due approcci?
Una cosa è mettere su un modello matematico che sembra spiegare tutto, ma quando dobbiamo far fronte alla battaglie della vita quotidiana, di continui tentativi ed errori, l’ambiguità dei fatti nonché la forza del battito umano possono obliterare il modello in poco tempo. Il defunto Fischer Black, un teorico pioniere della finanza moderna che passò dal Massachusetts Institute of Technology a Wall Street, affermò, “i mercati sembrano molto meno efficienti dalle rive del fiume Hudson che dalle sponde del Charles”.
Col passar del tempo, la controversia tra la quantificazione basata sulle osservazioni del passato e i gradi di credenza soggettiva ha assunto un significato più profondo. L’apparato matematicamente spinto della gestione moderna del rischio contiene il seme di una tecnologia disumanizzante e autodistruttiva. Il premio Nobel Kenneth Arrow avvertiva, “[La] nostra conoscenza su come funzionano le cose, nella società o nella natura, lascia dietro di sé una scia di imprecisioni. Grandi infermità hanno preso il posto del credere in una certezza”. Nel processo di liberarci dal passato forse siamo diventati schiavi di una nuova religione, un credo che è tanto implacabile, limitante e arbitrario quanto lo è stato quello di prima.
Le nostre vite abbondano di numeri, ma a volte dimentichiamo che quei numeri sono solo degli strumenti. Pur non avendo un’anima, a volte possono diventare dei feticci. Molte delle nostre più importanti decisioni vengono prese da computer, marchingegni che divorano numeri come mostri voraci e vogliono essere alimentati con quantità sempre maggiori di cifre da masticare, digerire e risputare.
Il termine “rischio” viene dal primo italiano risicare, che vuol dire “osare”. In questo senso, il rischio più che un destino è una scelta. Il rischio altro non è se non le azioni che osiamo intraprendere, e queste dipendono dalla nostra libertà di fare delle scelte. E ciò aiuta a definire cosa significa essere un essere umano.
Antonio De Falco
Co-Presidente de DENU Realty Group